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La biomassa di bambù: caratteristiche tecniche, prestazioni e limiti normativi

La crescente necessità di materiali da costruzione a basso impatto ambientale ha portato all’esplorazione di biomasse ligno-cellulosiche alternative. Il bambù gigante, appartenente alla famiglia delle Poaceae, è una risorsa rinnovabile a rapido accrescimento che presenta una struttura fibrosa complessa e prestazioni fisico-meccaniche comparabili a quelle di diverse essenze legnose. La biomassa derivante dal bambù si rivela di particolare interesse per applicazioni in rivestimenti e isolamenti termo-acustici, ma la sua adozione è ancora ostacolata da vincoli normativi e dalla mancanza di standard tecnici condivisi.


foresta di bambù - bamboo forest


Composizione chimica e struttura del bambù

Il bambù presenta la seguente composizione chimica:


  • Cellulosa: è il componente principale, rappresentando generalmente dal 65% al 75% della massa secca del bambù. La cellulosa è un polisaccaride che forma le fibre strutturali del bambù, conferendogli resistenza e rigidità.


  • Lignina: costituisce dal 22% al 32% della massa secca. La lignina è un polimero complesso che agisce come una matrice legante, cementando le fibre di cellulosa e emicellulosa e conferendo al bambù la sua rigidità e resistenza alla compressione.


  • Emicellulose: si trova in quantità variabili, tipicamente intorno al 5%. A differenza della cellulosa, l'emicellulosa è un polimero più eterogeneo e meno resistente.


La disposizione anisotropa delle fibre lunghe nel culmo (pari al 40–50% in volume nei nodi e internodi) conferisce al bambù eccellenti proprietà meccaniche in direzione longitudinale ma maggiore fragilità trasversale. Questo comporta un’attenzione progettuale specifica nelle applicazioni a pannello.


Nell'immagine seguente si vede la sezione trasversale di un palo di bambù.

sezione trasversale bamboo
Chen, Hong & Tian, G. & Wu, Z. & Fei, B.. (2016). Microfibril aggregates in pretreated bamboo fiber analyzed with atomic force microscopy. 48. 104-116.

La composizione chimica esatta del bambù gigante può variare leggermente a seconda di diversi fattori, tra cui:

  • Specie di bambù: esistono molte specie di bambù gigante, e ognuna può avere leggere differenze nella composizione.

  • Età della pianta: la quantità di cellulosa e lignina tende ad aumentare con l'età della pianta.

  • Parte della pianta: la composizione può variare tra le diverse sezioni del culmo (canna), ad esempio tra la base, la parte centrale e la cima, e tra la parte più interna e quella più esterna.

  • Condizioni di crescita: fattori ambientali come il suolo e il clima possono influenzare la composizione.


Di seguito è possibile vedere l'immagine derivata dal microscopio elettronico a scansione della fibra di bambù non trattata e asciugata all'aria.

fibra del bambù
Chen, Hong & Tian, G. & Wu, Z. & Fei, B.. (2016). Microfibril aggregates in pretreated bamboo fiber analyzed with atomic force microscopy. 48. 104-116.

Proprietà termiche e acustiche del bambù


Dalle ricerche riportate in questa tesi, emergono i seguenti parametri:


  • Conduttività termica λ: 0,17–0,24 W/m·K (variazione in base a umidità e trattamento)

  • Capacità termica specifica: ~1.600 J/kg·K

  • Densità apparente dei pannelli: 250–650 kg/m³ a seconda del grado di compattazione e della matrice legante


Per quanto riguarda l'isolamento acustico, il bambù è interessante in configurazioni a sandwich o a celle aperte. I pannelli in fibre sminuzzate e agglomerate con resine bio-based mostrano un coefficiente di assorbimento compreso tra 0,35 e 0,60 nel range di 500–2000 Hz, comparabile con quello di lane minerali di bassa densità.



Tecnologie di trasformazione della biomassa di bambù


Come riporta questo articolo, i sottoprodotti del trattamento della biomassa (scarti di lavorazione, cippato di bambù) possono essere trasformati in:


  • Nanocristalli di cellulosa (CNC) mediante idrolisi acida

  • Nanofibre (CNF) per rinforzo in materiali termoplastici biodegradabili

  • Pannelli termoformati attraverso processi di pressatura a caldo con leganti naturali (es. lignina modificata)


Inoltre, tramite pirolisi, processo che consiste nel riscaldare la biomassa in assenza di ossigeno. si ottiene il biochar (o carbone vegetale). Questo è un residuo solido ricco di carbonio, che può essere utilizzato come combustibile solido, ammendante del suolo per migliorare la fertilità e la ritenzione idrica, o per la produzione di carbone attivo.


Di seguito è riportato un esempio di cippato di bambù, ottenuto dopo passaggio degli scarti di lavorazione attraverso un biotrituratore

cippato di bambù

Un altra opzione di trasformazione è la conversione biochimica, ovvero processi che utilizzano microrganismi o enzimi per convertire la biomassa in prodotti energetici.


  • Fermentazione (produzione di bioetanolo): il bambù, ricco di cellulosa ed emicellulosa, può essere pre-trattato per rompere la sua struttura lignocellulosica e rilasciare zuccheri. Questi zuccheri vengono poi fermentati da lieviti o batteri per produrre bioetanolo, un biocarburante liquido che può essere utilizzato come additivo per la benzina o come carburante puro.


  • Digestione anaerobica (produzione di biogas): la biomassa di bambù può essere sottoposta a digestione anaerobica, un processo in cui i microrganismi scompongono la materia organica in assenza di ossigeno, producendo biogas. Questo a sua volta può essere utilizzato per generare calore ed elettricità oppure ulteriormente purificato per ottenere biometano,.

    pali di bambù


Limiti normativi e prospettive di standardizzazione


Uno dei principali ostacoli alla diffusione del bambù in edilizia è l’assenza di una classificazione europea come materiale strutturale. Attualmente, il Regolamento UE 305/2011 (CPR) non include il bambù tra i materiali da costruzione armonizzati.

Le principali criticità riscontrate includono:

  • Variabilità naturale elevata tra le specie e nei metodi di coltivazione

  • Assenza di standard tecnici armonizzati per prove meccaniche, durabilità, reazione al fuoco

  • Diffidenza progettuale verso materiali non “codificati” nei software FEM


Conclusioni


La biomassa derivata dal bambù rappresenta un’alternativa concreta e performante per applicazioni di isolamento e rivestimento in edilizia sostenibile. Le proprietà termiche, acustiche e meccaniche, unite a un’impronta ambientale favorevole, ne fanno un candidato promettente per l’architettura a basso impatto. Tuttavia, per consentire un reale upscaling industriale, sarà necessario:

  • Consolidare il quadro normativo a livello europeo

  • Investire in ricerca su trattamenti ignifughi e resistenza all'umidità

  • Diffondere corrette pratiche progettuali e strumenti di calcolo specifici per le diverse applicazioni

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